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Sede centrale

La sede centrale è ubicata in Via Alba

Descrizione

Presso la sede centrale si trovano gli uffici di dirigenza, segreteria.

E’ anche sede dei plessi della scuola primaria “Gozzano”

Questa ricerca è stata fatta dai bambini della classe quinta B della scuola Gozzano nell’anno scolastico 2004 – 2005.
Bibliografia
Nasce a Torino il 19 dicembre del 1833 da famiglia benestante. Si iscrive alla facoltà di legge, ma non giunse mai a laurearsi. Tuttavia, seguì all’Università di Torino i corsi di Arturo Graf insieme a un gruppo di giovani con cui successivamente costituì il gruppo dei crepuscolari torinesi.
Lo scrittore, di salute malferma, non ebbe mai un lavoro fisso, ma partecipò alla vita culturale e mondana della Torino di inizio secolo. Nel 1907 rivela la sua necessità di rifugiarsi nella poesia abbandonando le aspirazioni mondane pubblicando “La via del rifugio”. Qui, lontano da mire intellettualistiche, rivela la sua originalità come nei due componimenti “Le due strade” e “L’amica di nonna Speranza”.
Da questo momento, nello stesso anno, ha inizio la sua relazione con la scrittrice Amalia Guglielmetti, ma andranno peggiorando le sue condizioni di salute che lo porteranno alla tubercolosi.
Nel 1911 appare il suo libro più importante, “I colloqui”, i cui componimenti furono disposti in tre sezioni: “Il giovanile”, “Alle soglie” e “Il reduce”.
Per tutto il corso della sua vita Gozzano collaborò a giornali e riviste con recensioni letterarie, fiabe per bambini (“I due talismani” 1914, “La principessa si sposa” 1917) e novelle (“L’altare del passato” 1918, “L’ultima traccia” 1919).
Muore a Torino il 9 agosto 1916
Il crepuscolarismo di Guido Gozzano
I poeti crepuscolari fiorirono tra il 1905 e il 1915 in piena età giolittiana, in quel periodo che fu definito poi della belle èpoque. La denominazione del movimento trae origine da un saggio del critico A. Borghese intitolato Poesia crepuscolare, nel quale venivano presi in esame poeti come Marino Moretti, Fausto Maria Martini e Angelo Silvio Novaro. Ma il più grande di loro, se non il caposcuola, viene considerato Guido Gozzano.
Il titolo della sua citata raccolta è già un elemento emblematico. La parola “parlare con” dal latino cum loquere, sta a significare la volontà di sviluppare una poesia in tono minore rispetto a quella accademica e retorica prodotta da poeti ritenuti più importanti. I poeti crepuscolari ricercano uno stile umile, quotidiano, fatto di parole usuali, di ritmi scorrevoli e quasi cantabili.
Ciò che caratterizza la poesia di Guido Gozzano è la semplicità d’espressione connotata poi dall’aggettivo puro, vale a dire di una poesia che riflette la purezza del poeta stesso sia nella forma come nei contenuti. Una poesia positiva dove non c’è mai una parola che disturbi, un’immagine che ci infastidisca, una similitudine di cattivo gusto.
Tipicamente crepuscolare è poi la considerazione che di sé il poeta esprime. Egli si esprime non come un trascinatore di folle, non si pone su di un alto podio a rivelare alle masse profonde verità, ma solo come un borghese onesto che della poesia fa impegno umano e testimonianza.

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